Sconcerta la storia dell’insegnante torinese che insulta e augura la morte a dei poliziotti che stanno semplicemente facendo correttamente e attentamente il loro lavoro. Più grave ancora e contraddittorio, poi, che questa violenza dura e reale, anche se puramente verbale, venga coperta e giustificata in nome di un valore costituzionalmente fondato, com’è quello dell’antifascismo. Distorsione culturale, dunque, in cui proprio un docente non dovrebbe cadere.
Compito fondamentale della scuola, e perciò di ogni insegnante, è quello di offrire e far generare conoscenza, ma anche quello di lavorare per sviluppare competenze sociali di cittadinanza che servano a costruire convivenze giuste, aperte, responsabili. Ciò significa proporre e far maturare negli allievi sensibilità e valori che devono far parte del profilo personale, oltre che professionale, di tutti coloro ai quali le famiglie e la società affidano un compito inevitabilmente educativo e perciò delicato quanto prezioso.
Quanto accaduto a Torino è davvero desolante, anche se comportamenti così sconsiderati restano solo una deprecabile e isolata eccezione a fronte di un’intera categoria che svolge con riconosciuta dignità il proprio lavoro.
La nostra solidarietà va a quei poliziotti insultati, lavoratori che compiono onestamente, con responsabilità e grave rischio personale il loro dovere.
Roma, 28 febbraio 2018
Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola
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