Ha avuto un esito piuttosto deludente l’incontro con cui è ripresa oggi all’ARAN la trattativa per il rinnovo del contratto dei dirigenti scolastici. Non si è andati, infatti, al di là della definizione di un calendario di incontri più o meno ravvicinati.
L’Aran ha avviato la seduta riepilogando il quadro, peraltro già noto, delle risorse disponibili: 37 milioni di euro per l’esercizio finanziario 2018, 41 milioni per il 2019 e 96 milioni a decorrere dal 2020. A questi vanno aggiunti i 35 milioni previsti dall’art.1 c. 86 della legge 107/2015 e destinati dalla legge di bilancio 2017 all’obiettivo della equiparazione della retribuzione di posizione parte fissa, modificandone l’originaria destinazione.
L’Aran, confermando la posizione già espressa nel precedente incontro, ha ribadito che queste ultime risorse sarebbero a suo avviso utilizzabili solo per 4/12 nel 2018, mentre andrebbero ad integrare pienamente i fondi disponibili solo negli esercizi finanziari successivi, sino al raggiungimento dell’equiparazione. Questa affermazione ci vede, ancora una volta, del tutto in disaccordo, in quanto riteniamo che i 35 milioni nella vigenza contrattuale debbano essere integralmente destinati agli obiettivi definiti dalla legge di bilancio. La consistenza del FUN 2017/2018 (non ancora quantificato e tantomeno erogato) non può non tener conto delle disposizioni della legge di bilancio per quanto riguarda il rinnovo contrattuale.
Come già avvenuto nel precedente incontro, svoltosi prima dell’estate, è stato inoltre diffusamente ed animatamente discusso il problema di come vincolare le risorse la cui disponibilità è prevista per gli esercizi finanziari 2019 e 2020, che ricadrebbero fuori della vigenza contrattuale.
La trattativa si è così mostrata, anche su questo tema, subito in salita poiché l’Aran, lungi dall’accogliere le proposte tecniche a suo tempo avanzate e ribadite nella seduta odierna dalle Organizzazioni sindacali, ha evidenziato perplessità ed avanzato numerose obiezioni, anticipando ancora una volta l’intenzione di rinviare l’effettivo impiego almeno dei 96 milioni di euro ad una successiva tornata contrattuale, con una proposta che appare evanescente ed aleatoria.
Tutte le parti sociali presenti al tavolo hanno dichiarato che il raggiungimento dell’equiparazione entro la vigenza del contratto 16/18 costituisce un obiettivo prioritario della trattativa. La CISL Scuola e le altre organizzazioni hanno ancora una volta evidenziato come la dirigenza scolastica abbia pesantemente pagato, negli anni scorsi, gli effetti di politiche restrittive e di disinvestimento, scontando oggi un ampio differenziale retributivo rispetto agli altri dirigenti del nuovo comparto. L’Aran si è impegnata a riconsiderare le richieste espresse dai sindacati, prevedendo un confronto con il MIUR, peraltro presente al tavolo in veste di osservatore.
La mancata definizione di un preciso impegno delle risorse riferite agli esercizi finanziari 2019 e 2020 non consentirebbe di raggiungere l’obiettivo della perequazione e inoltre esporrebbe al rischio che successivi strumenti finanziari possano incidere sulla loro disponibilità.
In conclusione dell’incontro, si è concordato di aggiornare il tavolo al 26 settembre e di affrontare in quella sede la parte normativa, dando priorità al tema delle relazioni sindacali e ad alcuni aspetti del rapporto di lavoro (sostituzione durante il periodo di ferie e di malattia, restituzione al ruolo di provenienza, diritto alla formazione, criteri per l’affidamento degli incarichi, valutazione dello stress lavoro correlato, ecc.). A tal proposito L’Aran presenterà un testo, i cui contenuti terranno conto del confronto che in parallelo si sta svolgendo per il rinnovo contrattuale dei dirigenti delle funzioni centrali.
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