Comincia oggi un nuovo anno scolastico: sappiamo bene quali e quanti siano i problemi con cui la scuola ancora una volta dovrà fare i conti, sono i temi che compongono l’agenda del nostro impegno quotidiano. Ma ora voglio soprattutto porre l’accento su un aspetto che rischia di passare troppo spesso in secondo piano, e del quale invece vorrei che ci fosse da parte di tutti la giusta consapevolezza. La scuola italiana saprà anche quest’anno svolgere bene e fino in fondo il proprio compito, nonostante mille difficoltà, perché può contare su centinaia di migliaia di persone che amano il proprio lavoro, lo fanno ogni giorno con dedizione, competenza e passione. Insegnanti, dirigenti, direttori dei servizi, personale amministrativo e tecnico, collaboratori scolastici: meritano tutti rispetto, apprezzamento e gratitudine, cosa che purtroppo non sempre avviene.
Sono una risorsa preziosa per la collettività, alla quale si rivolge il loro lavoro, in una relazione che è indispensabile perché la scuola possa agire davvero nel contesto di una “comunità educante”, sostenuta da un patto educativo che impegni la responsabilità di tutti, condivisa da famiglie e istituzioni del territorio. In modo speciale, anche alla luce delle cronache tristi di questi giorni, dovremmo essere grati a quanti operano nei contesti più difficili, nelle aree di maggior disagio e povertà, dove si fa più drammatica un’emergenza educativa da affrontare con urgenza e con la massima efficacia. Una gratitudine da tradurre anche in forme concrete di sostegno e riconoscimento.
Un saluto particolarmente cordiale e affettuoso, e un grazie sincero, voglio rivolgerlo a tutte le lavoratrici e lavoratori che da oggi, dopo anni di attività, lasciano il servizio per una meritata pensione. Li sentiremo sempre “dei nostri”, perché il lavoro nella scuola segna la vita e la accompagna oltre ogni scadenza anagrafica. Con altrettanto calore do il benvenuto a chi da oggi entra in ruolo, coronando spesso una lunga attesa fatta di tanto lavoro precario. Insieme un traguardo e un punto di partenza, per continuare, certo con maggior serenità, un servizio prezioso. Ai precari, che saranno purtroppo ancora tanti, assicuro che non verrà mai meno l’impegno della CISL Scuola perché il valore dell’esperienza che maturano sul campo, grazie alla quale – non lo dimentichi nessuno! – le nostre scuole saranno messe ancora una volta in condizione di funzionare regolarmente, trovi il giusto riconoscimento anche attraverso opportunità di stabilizzazione. Un loro diritto, un loro interesse, ma un interesse per il sistema scolastico, che dalla stabilità del lavoro può trarre sicuramente un gran beneficio.
Avremo tempo, da domani, di concentrarci nuovamente su difficoltà e problemi: un preciso dovere per il sindacato, ancor più per la CISL Scuola, che è il più rappresentativo del settore. Ma dire che la scuola italiana saprà essere ancora una volta all’altezza, grazie a tutte e tutti voi, mi sembrava oggi il messaggio più importante da lanciare.
Buon anno scolastico a tutte e a tutti.
Roma, 1° settembre 2023
Ivana Barbacci, segretaria generale CISL Scuola
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