Nel pomeriggio di lunedì 11 marzo i sindacati, convocati dal Ministero, si sono confrontati con l’Amministrazione su una proposta di CCNI riguardante l’avvio, nell’anno scolastico in corso, del percorso di formazione volontaria incentivata, secondo quanto previsto dal D.L. 36/2022 con le modifiche apportate al preesistente Decreto Legislativo 59/2017, integrato a tal fine con l’art. 13-ter.
Come è noto, tali disposizioni sono state da subito oggetto di forti riserve da parte della CISL Scuola, in quanto rivolte a disciplinare aspetti di natura contrattuale, quali l’introduzione di una differenziazione retributiva collegata allo svolgimento di determinate funzioni e alla frequenza di percorsi di formazione che prevedono tre cicli della durata di tre anni ciascuno. La CISL scuola ha pertanto confermato in premessa le proprie considerazioni critiche rispetto all’impianto delineato dalla norma di legge, sottolineando come l’argomento debba essere necessariamente ricondotto al centro del prossimo rinnovo contrattuale.
La proposta presentata dall’Amministrazione prevede che le attività formative, cui sarebbe possibile partecipare volontariamente, siano finalizzate per l’a.s.2023/24 alla formazione dei docenti con incarichi di collaborazione a supporto al sistema organizzativo dell’istituzione scolastica e della dirigenza. Le attività sarebbero erogate da remoto, anche con modalità asincrona, secondo i contenuti minimi previsti dall’Allegato B del D.L.36 che prevede un totale di 15 ore per gli insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria e di 30 ore per gli insegnanti della scuola secondaria. La formazione sarebbe affidata a INDIRE
Prevista anche, nella bozza del Ministero, la possibilità di una remunerazione forfetaria a carico del FMOF per chi partecipa alle attività formative, con importo minimo di 200 euro per i docenti della scuola primaria e dell’infanzia e di 400 euro per i docenti della scuola secondaria. In alternativa, si prevede la possibilità di utilizzare i 5 giorni previsti dall’art.36, comma 8 del CCNL 2019/21.
La CISL Scuola, nel ribadire che il tema nel suo complesso si dovrà affrontare attraverso la contrattazione collettiva, si è detta decisamente contraria a differenziare sia sotto l’aspetto dei compensi, sia sotto quello della consistenza oraria la formazione dei docenti dei diversi gradi di scuola e quindi si è dichiarata indisponibile ad accettare una proposta di CCNI che si limiti a ricalcare in toto quanto prevede la legge.
La CISL Scuola ha chiesto infine all’Amministrazione una puntuale verifica di tutte le risorse destinate alla formazione con l’obiettivo di avere un quadro completo delle possibili azioni da intraprendere. In mancanza di ulteriori fondi, infatti, risulta del tutto impraticabile la previsione di compensi a carico del MOF per le attività di formazione, visto che per l’anno scolastico in corso le contrattazioni di istituto hanno già stabilito i criteri di distribuzione delle risorse.
Il tavolo è stato dunque aggiornato alla prossima settimana.
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