Sarebbe molto grave se il governo decidesse di fare marcia indietro, riducendo le assunzioni in ruolo, rispetto all’impegno di dare alla scuola le necessarie risorse di personale. Grave e ingiustificabile. Non si tratta oltretutto di creare posti in più, ma solo di coprire con personale stabile quelli già esistenti, senza i quali sarebbe impossibile garantire il normale funzionamento del servizio. Tagliare il numero delle assunzioni in ruolo avrebbe come unico risultato un aumento della precarietà, a danno fra l’altro della continuità didattica, sulla quale si sono spese tante parole e su cui pone l’accento la stessa delega sull’inclusione degli studenti con disabilità, ma che è minata alla radice proprio dall’eccessiva precarietà del lavoro.
Se, come si paventa, le assunzioni in ruolo venissero pesantemente ridotte, ci troveremmo ancora una volta di fronte a migliaia di posti affidati a personale precario; e pensare che anche quest’anno, dopo tanta retorica sulla fine della “supplentite”, i contratti a tempo determinato sono più di 120.000. Meno assunzioni in ruolo? Basta un minimo di buon senso per rendersi conto che si tratterebbe di una scelta irragionevole e dannosa, assolutamente da evitare.
Roma, 29 marzo 2017
Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola
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